Progetto pedagogico

Premessa

Sulla soglia dei 180 anni dalla sua istituzione, l’ente gestore della Scuola dell’infanzia G.B. Zanella aggiorna e riscrive il progetto pedagogico.

I bambini di oggi sono gli adulti del domani ed è per questo che la scuola deve protendersi sempre sulla frontiera del futuro cercando, nella concretezza delle esperienze passate, lungimirante tensione verso mete future.

I solidi valori del fondatore monsignor Zanella, come già accade da quasi due secoli, si declinano nel tempo, nel mutamento delle società, con le scoperte delle neuroscienze e risiede in questa capacità di adattamento il segreto della longevità di questa istituzione.

Favorire il pieno e armonico sviluppo della personalità del bambino per una sua educazione integrale, nel rispetto del primario dovere-diritto dei genitori di educare ed istruire i figli, secondo i principi della concezione cristiana della vita.

Diffondere e promuovere una cultura educativa rispondente ai bisogni materiali e spirituali, ai valori, alle tradizioni e alle prospettive della comunità e della più ampia società civile.

Promuovere la "scuola autonoma della comunità" come realtà sociale ove si svolge la personalità umana e quindi come principio regolativo delle scuole dell'infanzia, interpretando e diffondendo la cultura dell'autonomia, della partecipazione e delle realtà associative.

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Il bambino

protagonista della sua crescita.


Il primo ed ineludibile punto di partenza su cui impostare un'idea di scuola è riconoscere ogni bambino come portatore di valori, talenti e peculiarità unici ed irripetibili e conseguentemente costruire attorno a lui un ambiente che sostenga, accompagni e incentivi il suo percorso di crescita per diventare un adulto sereno, responsabile e creativo.

È fondamentale che ogni bambino trovi nell’ambiente educativo incentivi per una propria attività significativa, per quanto possibile autonoma, che contribuisca a costruire una relazione positiva con le maestre, i compagni, il personale d’appoggio e che nutra la sua crescita non solo fisica e cognitiva, ma anche sociale e spirituale.

La crescita del bambino va incentivata sotto ogni aspetto, senza trascurarne alcuno e senza scindere i progressi cognitivi dall’indispensabile consapevolezza corporea e dall’educazione emotiva e relazionale. Il bambino dev’essere considerato come un insieme armonico di molteplici dimensioni, ognuna delle quali degna di rispetto, cura e attenzione.

Nel corso della sua crescita e in modo particolare nei primi anni, il bambino ha bisogno di fare esperienze tattili e motorie. Il bambino, impegnato in attività di motricità globale (correre, rotolarsi, saltare, arrampicarsi) e motricità fine (tutte quelle attività che si eseguono con movimenti raffinati e precisi sfruttando soprattutto la coordinazione occhio-mano) impara non solo a muoversi e interagire con l’ambiente, ma costruisce altresì il suo sviluppo cognitivo e linguistico. Il corpo è, quindi, il punto di partenza per la maturazione della mente infantile, che si forma proprio grazie a queste esperienze tattili e motorie che nella didattica della scuola dell’infanzia rappresentano un elemento fondamentale.

Anche l’aspetto emozionale viene considerato con costante premura, nella consapevolezza che le emozioni sono importanti perché aiutano a mantenere un equilibrio, a regolare i comportamenti, a strutturare la personalità e la percezione del mondo e sono indispensabili per l'interazione con gli altri. L’educazione emotiva aiuta i bambini a riconoscere e accogliere tutte le emozioni che provano e, quindi, ad esprimerle e gestirle in modalità relazionali via via più adeguate e raffinate dal punto di vista sociale. In quest’ottica, il litigio fra bambini rappresenta uno strumento di crescita e di apprendimento socio-emotivo, una palestra unica e speciale in cui essi possono allenare la capacità di gestire i contrasti in modo sano, assertivo, rispettoso di sé e degli altri. La maestra si pone quindi come mediatore e facilitatore dei conflitti, permettendo al bambino di vivere l’esperienza conflittuale in modo positivo.

Il bambino, nei primi anni di vita, è impegnato nelle fondamentali conquiste del suo percorso verso l’indipendenza e in questo senso l’adulto deve garantirgli la possibilità di svolgere tutte quelle attività interessanti e funzionali allo sviluppo delle competenze motorie, cognitive ed emotive. Valorizzare i suoi sforzi di “fare da solo”, rappresenta il mezzo migliore per garantire lo sviluppo dell’autostima e dell’autonomia infantile e per permettere al bambino di diventare padrone di sè, del proprio corpo e delle proprie azioni. L’indipendenza si costruisce a piccoli passi, con gradualità, tempi lenti, esperienze significative e risposte adeguate ai bisogni di crescita del bambino.

Una scuola di tutti e di ciascuno considera l'accoglienza delle diversità un valore irrinunciabile e perciò l’insostituibile ricchezza che la diversità di ogni bambino apporta va tutelata e valorizzata, poiché solo nel rispetto delle differenze le comunità possono prosperare.

La scuola non si pone soltanto l’obiettivo di includere ogni bambino, ma piuttosto agisce perché i percorsi educativi siano il più possibile individuali e differenziati, così da far evolvere le potenzialità di tutti e di ciascuno. Una molteplicità di culture e di lingue sono entrate nella scuola: essa lavora quindi per il riconoscimento reciproco dell’identità di ciascuno raccogliendo la sfida universale di apertura verso il mondo e di pratica dell’equità nel riconoscimento delle differenze.


La Maestra

un alleato indispensabile.


La maestra, professionista indispensabile nell’accompagnare il percorso di crescita dei bambini, ha il delicato compito di “stimolare la vita lasciandola però libera di svilupparsi”.

Per far questo deve coltivare una continua capacità di ascolto e osservazione del bambino, per conoscerne bisogni, capacità e interessi e poter fungere così da sostegno e mediatore nell'evoluzione dei suoi apprendimenti verso forme di conoscenza sempre più autonome e consapevoli.

A partire da un'attenta osservazione del bambino e del gruppo in cui è inserito, le maestre rendono possibili le esperienze di apprendimento più efficaci, valutano le scelte didattiche più significative, riflettono sulle strategie più idonee per sostenere l'autonomo percorso di crescita dei bambini. Queste scelte si concretizzano, all'interno della nostra realtà scolastica, in modo diverso, ma con le medesime finalità di sviluppo, benessere e autonomia del bambino.

La maestra “educa” e non “insegna” e lo fa in primo luogo con l’esempio, con l’ atteggiamento, con la congruenza tra il dire e il fare.

È responsabilità primaria di ogni maestra predisporre un ambiente che risponda ai bisogni del bambino, che offra motivi di attività, possibilità di fare esperienza, che permetta la concentrazione. Dove il bambino possa lavorare secondo i propri tempi e i propri ritmi. La maestra osserva il bambino nel suo ambiente, impegnandosi a rispettare senza interrompere il lavoro spontaneo del bambino.

La maestra investe molto nella propria crescita individuale, nella propria formazione continua, nel proprio benessere per potersi relazionare con i bambini con serenità, calma e rispetto. Gli ideali di pace, cooperazione e comunicazione efficace, nonché di gestione consapevole e non violenta dei conflitti devono essere incarnati in primo luogo dalle maestre, che sono chiamate ad una riflessione costante e ad un’adesione autentica a questi ideali, per poterli trasferire nei propri comportamenti senza ambiguità.

Le maestre si pongono come figure accoglienti per i bambini e le famiglie e diventano punti di riferimento indispensabili grazie al lavoro costante che fanno su di sè. La formazione continua e la riflessione ininterrotta sono aspetti fondamentali del lavoro magistrale e devono trovare il giusto sostegno da parte di tutta la comunità scolastica.
Le maestre della scuola trovano nei momenti di collegialità lo strumento fondamentale per costruire una comunità di pratiche efficaci, che abbia la capacità di far confluire sguardi diversi su ogni bambino, sostenendo la professionalità, gli interessi e le passioni di ogni persona coinvolta nella relazione educativa.

Le maestre lavorano in equipe, offrendo ai bambini una ricchezza di figure di riferimento e la possibilità di conoscere tutto il gruppo di lavoro.

La maestra trova nella comunità scolastica un ambiente che ne nutra le capacità umane e relazionali, facendone la pietra angolare per una comunità educante che includa tutto il personale della scuola, l’ente gestore, le famiglie e il mondo circostante.

L'ambiente

un fattore fondamentale


L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell’ambiente educativo e pertanto deve essere oggetto di esplicita progettazione e verifica.

La duplice finalità della scuola dell'infanzia, di apprendimento e socializzazione, si deve riflettere in una progettazione accurata dell'ambiente formativo. Per incentivare processi di apprendimento, il materiale didattico deve essere selezionato, di qualità e limitato per quantità in modo da incentivare l'attenzione e l'attività ordinata dei bambini e il loro lavoro autonomo. Per favorire la socializzazione, invece, la scuola deve incarnare un modello di scuola "aperta". Aperta dentro nella strutturazione spaziale dell'attività che deve vedere la complementarietà fra il momento all'interno del proprio gruppo e quello all'interno di gruppi diversi, superando una modalità puramente amministrativa di raggruppare i bambini per aprirsi ad una flessibilità organizzativa che sa progettare soluzioni alternative. Aperta fuori attivando l'uso didattico dell'ambiente anche al di fuori delle mura scolastiche.

All'interno della nostra realtà educativa troviamo materiale montessoriano, ma anche altro materiale strutturato che, come il primo, è pensato per favorire lo sviluppo a tutto tondo del bambino attraverso l'attività sensoriale, cognitiva, espressiva e motoria cogliendo pertanto lo spirito, anziché l'esteriorità, del materiale di sviluppo.

Accanto a materiale strutturato di diverso tipo volto a favorire una determinata acquisizione concettuale, trova spazio anche il materiale comune e non strutturato che permette, invece, una sperimentazione più libera e creativa. Viene così valorizzato anche il potenziale formativo del gioco, e dell'attività ludica più in generale, nella molteplicità irriducibile delle forme in cui si esprime.

L'esperienza diretta, l'autonomo lavoro del bambino, il gioco, il procedere per tentativi ed errori sono tutte esperienze che permettono al bambino, in modo diverso e complementare, di approfondire e sistematizzare gli apprendimenti. Allo stesso modo, il lavoro individuale e quello di piccolo gruppo sono considerati, nella loro valenza complementare, come momenti differenti dell'attività educativa, e viene incentivato l’apporto dei bambini nello strutturarsi di questi momenti.

Nella progettazione degli ambienti saranno quindi via via valutate le esigenze variabili dei diversi gruppi di bambini, predisponendo spazi che rispondano ai loro bisogni di attività, riposo, scoperta cognitiva, artistica, corporea, gioco sia nelle aule che negli spazi esterni del giardino.

Questi spazi, che devono essere belli, funzionali e a misura di bambino, devono incentivare al lavoro, alla scoperta e all’autonomia consentendo di sperimentare momenti di libertà autentica, nelle scelte delle attività, nel movimento, nella gestione delle relazioni, al fine di formare individui autonomi e responsabili.

Per permettere questa libertà, l’ambiente deve essere strutturato con consapevole attenzione, strutturandosi con regole implicite ed esplicitando poche regole chiare, univoche e uguali per tutti. È fondamentale che la riflessione sulle regole, sulla responsabilità, sulla libertà, sui limiti e sulla disciplina sia esplicita e condivisa con le famiglie, per concretizzare la continuità educativa e limitare incoerenze e contrasti.

La riflessione continua della progettazione educativa investe anche le dimensioni della sostenibilità ambientale, del rispetto del nostro pianeta e dell’educazione all’ ecologia, comprendendo il corretto smaltimento dei rifiuti, la scelta di materiali usati o riciclati, la riduzione degli sprechi. Anche in quest’ambito la scuola deve farsi protagonista di un percorso di riflessione e consapevolezza che possa aprirsi a tutta la comunità educante, alle famiglie, alla città.

L'attenzione allo spazio e agli ambienti deve andare di pari passo con l'attenzione al tempo, inteso come tempo disteso che consenta al bambino di vivere con serenità la propria giornata, di giocare, esplorare, parlare, lavorare, sentirsi padrone di sè e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita. La giornata scolastica deve essere un'equilibrata integrazione di momenti di cura, di relazione, di apprendimento dove le stesse routine giornaliere (accoglienza, merenda, pranzo, riposo), importanti nello scandire il trascorrere della giornata e nella costruzione di una base sicura per nuove esperienze e sollecitazioni, sono oggetto di costante riflessione e cura, per poterle eventualmente ridefinire in base ai

bisogni del gruppo di bambini che va di volta in volta formandosi.

Ci impegniamo a rendere l’ambiente scolastico una casa per i bambini e un luogo accogliente per tutti coloro che ci lavorano o che ci entrano, tutti sono chiamati a prendersene cura. Anche per questa dimensione la collaborazione di tutti è necessaria e viene promossa attraverso l’azione dell’associazione, la sinergia con le maestre, la cura nelle relazioni.


La famiglia

sinergie vincenti


Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo dei bambini. La costruzione di una società accogliente, amorevole e funzionale è responsabilità cruciale di ogni famiglia, in accordo e sinergia con la scuola. Per questo è fondamentale, pur nella diversità dei ruoli, valorizzare e far crescere una solida rete di scambi comunicativi e di responsabilità condivise fra la famiglia e la scuola.

La scuola può e deve agire anche come struttura di sostegno alle famiglie, troppo spesso sole, offrendo momenti di condivisione e spunto individuali e collettivi, aprendosi agli apporti e ai talenti provenienti dalle famiglie, soprattutto incentivando un dialogo costante e aperto, che delinei una riflessione coraggiosa e pronta a misurarsi con i valori, gli ideali e le visioni del mondo che devono sostenere il lavoro con i bambini.

Le famiglie, dal canto loro, devono trovarsi nella condizione di poter accordare alla scuola e alle maestre la fiducia necessaria perché l’alleanza educativa sia fluida e armoniosa. Per questo ci impegniamo a promuovere il dialogo, il confronto, l’accoglienza rispettosa delle differenze, non solo tramite le riunioni di scuola e dei gruppi, ma anche grazie ad un ascolto costante e aperto.

La Scuola Zanella e l’omonima associazione si pongono l’obiettivo di sostenere i genitori e le famiglie, di accoglierne i bisogni e di ascoltarne le richieste e desiderano porsi al servizio di una rete educativa che possa portare i bambini al centro delle riflessioni di tutta la comunità.


La comunità

costruiamo dentro per vivere insieme fuori.


L’educazione è un processo che parte prima della nascita, dura tutta la vita e si svolge in tutti gli ambiti di attività degli individui. Nell’ambiente scolastico i bambini apprendono armoniosamente i valori della convivenza, l’importanza della cooperazione, le possibilità aperte dall’empatia.

La scuola che promuove al suo interno le prime esperienze di cittadinanza fa scoprire al bambino l'importanza degli altri e dei loro bisogni, la necessità di stabilire regole condivise, l'esercizio del dialogo che è fondato sulla reciprocità dell'ascolto e l'attenzione al punto di vista dell'altro. In questo modo pone le fondamenta di un comportamento rispettoso degli altri, dell'ambiente e della natura e si fa protagonista di pratiche e riflessioni che investono la comunità circostante. La scuola, aprendosi all'esterno, offre ai bambini importanti opportunità di crescita e apprendimento e crea reti virtuose che possono diffondere buone pratiche, consapevolezza, cittadinanza attiva.

Si inserisce così a pieno titolo nella costruzione della comunità e dialoga con le istituzioni culturali, i musei, le biblioteche per arricchire l'esperienza scolastica di momenti significativi.


Ente gestore, ottobre 2020

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