Consigli di lettura: vivere la scuola

 

 
Primo giorno di scuola.
Beatrice Alemagna, Manco per sogno, Topipittori 2021.
 
Quando mia figlia aveva 3 anni e stava per iniziare la scuola dell'infanzia abbiamo cominciato tempo prima a raccontarle cosa sarebbe successo, dove sarebbe andata, il nome della scuola. Le abbiamo mostrato l'edificio durante le passeggiate, siamo andati ai giorni di apertura alle famiglie (quando ancora si poteva) e tutto sommato, all'inizio, è andata abbastanza bene. Era preparata alla novità, curiosa e si sentiva, probabilmente, di fare un passo nuovo perchè "più grande". 
 
La crisi è iniziata dopo Natale, complice l’insofferenza per il dormire a scuola (ne so qualcosa anch'io che, a suo tempo, mi rifiutai categoricamente ed ebbi il permesso di andare con i compagni più grandi, durante il sonnellino). 
 
Quando le scuole vennero chiuse per la pandemia ci trovavamo in un momento di grande difficoltà: pianti, braccia che si stringevano alle gambe… Pur sapendo perfettamente che tutto andava bene e che tutto era normale, non me ne andavo serena. Le maestre mi guardavano con un sorriso e mi dicevano la più classica )e probabilmente vera) delle frasi: ”Non si preoccupi, mamma, appena lei esce torna tranquilla e partecipa alle attività!”. All'uscita la trovavo tranquilla, in attesa paziente. Saltava su e veniva a prendersi abbracci e baci tra mille chiacchiere. E serena era anche a casa.
 
Questo libro parla di questi momenti, così diversi e così simili per molti genitori e figli, ma in un modo tutto particolare: cosa accadrebbe se, per uno strampalato motivo, il bambino avesse la possibilità di portare con sé, nascosti, i genitori, senza il loro permesso? La tranquillità e la baldanza di averli con sé in questi momenti donerebbe sicurezza. Ma è davvero una buona idea? Lo spazio di libertà, autonomia e autodeterminazione non sarebbero forse a rischio?
Di questo si tratta, forse: trovare e provare la forza di essere sé stessi -anche all'interno in un nuovo gruppo- accompagnati dalle insegnanti, la meraviglia di provare nuove cose, nella serena certezza di ritrovare i propri genitori all'uscita, pronti ad ascoltarti e di inondarti di sorrisi, abbracci e baci.

 

 
 
Giuditta Campello

Che gioia! Che rabbia! Le mie emozioni. Emme Edizioni, 2020.


Il primo anno di scuola dell'infanzia di mio figlio è stato ricco di avvenimenti e, di conseguenza, di emozioni più o meno forti da gestire.

Ci è venuta spesso in aiuto la sua autrice preferita: Giuditta Campello.

In questo libro con empatia, tatto e simpatia, parla delle emozioni dei bambini dal loro punto di vista.

Nella storia dedicata alla scuola dell'infanzia riesce a creare un feeling con i piccoli lettori/ascoltatori grazie alla scelta di non fuggire davanti alle sensazioni tristi del piccolo protagonista.

L'autrice scrive che il piccolo Samuele, a veder andare via la mamma, sente un vuoto nella pancia, gli occhi gli si allagano e comincia a singhiozzare. La maestra lo abbraccia forte, Samuele sta meglio, ma gli manca ancora la sua mamma.


Sono queste le emozioni che alcuni bambini si ritrovano a vivere durante l'inserimento o anche a metà anno scolastico, in momenti particolari della loro crescita.


Giuditta Campello non ha paura di parlarne e, così facendo, guadagna la simpatia e la fiducia dei bambini che da lei si sentono capiti e accolti.




 

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