Costruiamo il presepe!
Bagna, insapona, arrotola...
Bagna, insapona, arrotola... riprova... "
Ma come si fanno queste palline?" "Va bene così?"
Bagna, insapona, arrotola... schiaccia
Evviva! È pronta la prima pallina.
"No, più grande" "Ovalizza!?"
Questa sì che è una parolaccia! Cosa vorrà dire la Maria Vittoria?
"Guarda quante palline! Siamo state proprio brave!"
Ma saranno veramente le teste queste?
"Quelle grandi serviranno per Maria e Giuseppe"
Prendi gli scovolini nettapipe, prepara lo scheletro...
Dai la forma, rivesti con la lana, carda con l'ago zigrinato...
Dentro - fuori, dentro - fuori, ahi!
Ahi ahi ahi! Ahiaaaaaaaaaa! Punge!!!
"Quanti pastori facciamo?"
"La mia sembra una damina, non una pastorella»
"Questa la facciamo inginocchiata"
"Dobbiamo trasformare qualche pastorella in pastore"
"Chiudi la gonna e fai le gambe.» «Io gli ho fatto la barba"
"E le pecorelle?"
"Che bella la tua con le macchie nere!"
"Guarda che brava, sembri nata per questo lavoro!"
"A me non riesce"
Il presepe è sempre un miracolo. Parti con un'idea senza sapere esattamente come sarà il risultato. Poi allarghi quell'idea iniziale con altre proposte e suggerimenti e fai l'impossibile per ascoltare tutti e far sì che ogni idea possa trovare il suo posto all'interno del presepio. Poi lo prepari materialmente, affinché il Natale sia un momento speciale per ognuno, soprattutto per i bambini. Perché l'obiettivo primario è poter vedere i loro occhi e le loro boccucce allargarsi a dismisura in un "Oh" di meraviglia che riempia l'intera stanza e ricolmi il tuo e il loro cuore di orgoglio.Orgoglio dei bambini perché: "Questo l'ha fatto il mio papà!". Orgoglio dei genitori perché: "Questo l'ho fatto per mio figlio, sì quel biondino lì vicino alla maestra"
"Dove verrà posizionato?"
"Sarà proprio grande!"
Nell'atrio? "Così lo vedono proprio tutti!"
"Ricordatevi di realizzare a casa cesti, gerle, tascapani, berretti, cappelli, oggetti vari..."
"Maria Lorena, mamma di Lutezia... ci pensa lei... sta costruendo tanti cestini ad uncinetto, rastrelli e scope"
Il papà di Francesco fa lo steccato. "Di che colore?" "Quanto grande?"
La legna bisogna recuperarla nel bosco. "I trucioli li porto io" "Alessandra, la mamma di Marzia, fa il fondale con le case, il cielo e le stelle. Ha già preparato il pozzo e un bellissimo mulino!"
E il muschio chi lo va a prendere? "Ci ha pensato Ivano, papà di Luca, che con altri amichetti sono stati una mattina nel bosco di Castel Thun a raccogliere muschio e cortecce"
Ma partiamo dall'inizio:
Martedì 11 novembre 2008:
La Dina, sì quella del Co.Ge. (acronimo per il Comitato di Gestione), ci invita tutti ad una riunione sulla realizzazione del presepe, perché quest'anno siamo noi genitori ad allestirlo. "Come lo facciamo?". L'entusiasmo di Maria Vittoria, la mamma di Francesco (l'altro Francesco, non quello dello steccato) per le statuine del presepe realizzate con la lana cardata ci travolge. Siamo in poche quel giorno. Forse otto, ma la scelta è fatta. Le pecorelle così pacioccone e soffici ci convincono ad accettare la proposta fatta e poi non sembra difficile. Abbiamo costituito il Laboratorio Presepe 2008. Ci dividiamo i primi incarichi e decidiamo di ritrovarci il martedì successivo.
"Passate parola!" è la parola d'ordine di Dina, quella del Co.Ge..
Martedì 18 novembre 2008:
"Impressionante!" è la parola più giusta che mi rimbalza in testa non appena arrivo. Ci sono già una decina di donne tra mamme, zie, nonne, cuoca Bruna e tate dell'asilo intente a preparare palline. Guanti sulle mani, sapone di marsiglia (quello giallo), bacinelle piene di acqua calda, risate, commenti (quelli che avete letto prima sono solo un gustoso estratto), scherzi.
Se ci fosse mia figlia Viviana direbbe: «Le mamme, quando si trovano sono proprio delle "babone".
Non faccio in tempo ad arrivare che mi ricacciano fuori al buio e al freddo (ah, sì, io sono Mara, mamma di Viviana e redattrice di questo articolo). Manca il sapone, devo andare a comperarlo. Per fortuna c'è il supermercato lì vicino. Aggiungo un sacchetto di deliziosi e peccaminosi cioccolatini. Durante i laboratori dell'Asilo Zanella si lavora veramente e seriamente, quindi si ha bisogno di una giusta ricarica per reintegrare le energie e continuare a fare palline!
Ad ogni modo, quando rientro c'è bisogno di aggiungere un altro tavolo e poi dopo un po' un altro ancora. Svaligiamo la cucina della cuoca Bruna di acqua ed altre bacinelle. Incuranti delle leggi sul lavoro minorile e sulla pensione facciamo lavorare anche nipoti e nonni. Il tempo stringe e si deve andare avanti ad oltranza. Le maestre ci offrono la cena. Per non smettere di lavorare mangiamo a turno. Qualcuno si fa mettere da parte una fetta di torta sbrisolona per non rimanere senza. La cuoca Bruna mette a segno un altro duro colpo al ns. giro fianchi.
Alla fine della serata (ce ne andremo verso le 22.30, ma avevamo iniziato alle 18.00) mettiamo tutti i personaggi preparati in uno scatolone. L'effetto è incredibile: sembra il famoso esercito cinese di argilla. Bellissimo! Possiamo andare a casa soddisfatte.
Martedì 25 novembre 2008:
Secondo appuntamento. Anche questa volta un sacco di persone. Poche mamme, ma ora si sono aggiunte anche le maestre e tante amiche che si sono lasciate coinvolgere e convincere a fare prestanti e forzuti pastori e pecorelle a volontà. Purtroppo, come altre mamme, potrò ammirare questi ultimi capolavori solo al momento dell'assemblaggio del presepe in dicembre. Vi dirò che non vedo l'ora. Anch'io sono tornata un po' bambina. Sento, dal racconto di chi ha partecipato a questo secondo appuntamento, che si è creata una magica sintonia tra chi ha dato la propria disponibilità e il proprio tempo per questa iniziativa. Fermare il mondo e la frenesia delle giornate che si susseguono con ritmi spesso vertiginosi tra casa, bimbi, lavoro e impegni, per dare gioia ai nostri bimbi riempie di felicità anche noi. I sorrisi e le risate non sono di circostanza, sono un regalo che ci concediamo reciprocamente in anticipo sul Natale, un dono che arricchisce i nostri cuori e che possiamo "spendere" e regalare agli altri con la stessa gratuità con cui ci è stato donato.
La magia del Natale si ripete ancora una volta, come ogni anno e non lascia mai indifferenti.